La fotografia di Paolo Roversi è unica e immediatamente riconoscibile: un focus dolce e velato, un ricco intreccio tra ombre, colori e luci, e un’atmosfera di romanticismo pittorico in toni seppia. A volte sembrano un reliquia del passato, come un’ambrotipia vittoriana sfocata, scoperta in soffitta. Altre volte, sono sorprendentemente contemporanee, catturando le forme strane e ultraterrene degli stilisti avanguardisti come Rei Kawakubo (il suo lavoro con lui è stato oggetto di una mostra personale negli Stati Uniti nel 2021) e Yohji Yamamoto, con cui Roversi ha avuto una lunga commistione artistica.

La mostra intitolata semplicemente “Paolo Roversi”, che è stata inaugurata questo mese al Palais Galliera di Parigi (fino al 14 luglio 2024), include 140 fotografie scattate dal fotografo. Roversi, nato a Ravenna, nel nord Italia, si trasferì a Parigi nel 1973, dove iniziò la sua carriera di fotografo, prima come reportage. Nel 1980, fotografò una campagna per Christian Dior beauty; in seguito avrebbe scattato per varie riviste di moda, tra cui Vogue France, Vogue Italia ed Egoïste, immortalando le supermodelle del momento, da Inès de la Fressange e Stella Tennant a Naomi Campbell e Kate Moss.

Il suo stile distintivo, che includeva lavori su Polaroid, stampe al gelatino d’argento e trasferimento di colori, è in gran parte ottenuto attraverso la manipolazione della luce a lunga esposizione, che Sylvie Lécallier, curatrice della mostra, definisce “disegnare con la luce”. “È come se i suoi modelli e i suoi abiti emergessero dal buio”, continua lei. “Lo scatto è simile a una vera performance. È come un pittore, un direttore d’orchestra”.

Gran parte del suo lavoro in studio avviene nello Studio Luce, un luogo rinomato nel 14º arrondissement di Parigi, che ha consolidato il suo legame di lunga data con la città. Lécallier afferma che è importante celebrarlo in quella che sarà la prima monografia di grande scala del suo lavoro a Parigi. Pertanto, molte delle fotografie provengono dalla collezione personale del Palais Galliera, molte delle quali non sono mai state esposte al pubblico prima d’ora.

Nella disposizione della mostra, si è scelto di abbandonare una cronologia in favore di un movimento più poetico dal buio alla luce. “La fotografia di Paolo è così atemporale che abbiamo abbandonato un percorso cronologico, che sembrava non significare molto alla comprensione del suo lavoro”, spiega Lécallier, che ha lavorato a stretto contatto con Roversi sulla progettazione della mostra, avendo conosciuto il fotografo per diversi anni. “Non volevamo nemmeno incasellare il suo lavoro in temi. Invece, la luce è un filo conduttore: dal buio della camera oscura alla luce del giorno che bagna il suo studio attraverso le grandi vetrate”.

Il successo delle sue collaborazioni con stilisti in particolare, come Kawakubo e Yamamoto, si deve, secondo Lécallier, al buon gusto di Roversi. “Paolo ha un vero gusto per i bellissimi abiti, oltre a un grande rispetto per i designer che hanno un universo creativo molto forte”, afferma lei. La sua fotografia preferita nella mostra non rappresenta un soggetto specifico, ma è una coppia di scarpe riflesse in uno specchio.

“La modella è assente, è andata a ritoccare il trucco. Tornerà da un momento all’altro. Questa immagine parla del momento dello scatto, ma anche del teatro delle apparenze, della realtà e dell’illusione”, afferma Lécallier. “Ci porta dall’altro lato dello specchio”.

La mostra “Paolo Roversi” è in corso al Palais Galliera di Parigi fino al 14 luglio 2024.

Sezione FAQ basata sui principali argomenti e informazioni presentate nell’articolo:

1. Chi è Paolo Roversi?
Paolo Roversi è un fotografo italiano nato a Ravenna nel 1947. Si è trasferito a Parigi nel 1973 e ha iniziato la sua carriera fotografica, diventando noto per il suo stile unico e riconoscibile.

2. Qual è lo stile distintivo di Roversi?
Lo stile distintivo di Roversi si caratterizza per un focus dolce e velato, un intreccio di ombre, colori e luci e un’atmosfera di romanticismo pittorico in toni seppia. Utilizza anche tecniche come le Polaroid e il trasferimento di colori.

3. Quali stilisti ha collaborato con Roversi?
Roversi ha collaborato con importanti stilisti come Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto.

4. Dove si tiene la mostra “Paolo Roversi”?
La mostra “Paolo Roversi” è in corso al Palais Galliera di Parigi.

5. Per quanto tempo sarà aperta la mostra?
La mostra “Paolo Roversi” sarà aperta fino al 14 luglio 2024.

6. Da quali riviste di moda Roversi ha scattato fotografie?
Roversi ha scattato per varie riviste di moda, tra cui Vogue France, Vogue Italia ed Egoïste.

7. Quali sono le tecniche che Roversi utilizza per ottenere il suo stile?
Roversi utilizza tecniche come la manipolazione della luce a lunga esposizione, stampe al gelatino d’argento e trasferimento di colori.

8. Dove avviene gran parte del suo lavoro in studio?
Gran parte del lavoro in studio di Roversi avviene nello Studio Luce, nel 14º arrondissement di Parigi.

9. Che tipo di esposizione è la mostra “Paolo Roversi”?
La mostra “Paolo Roversi” è la prima monografia di grande scala del suo lavoro a Parigi e include fotografie provenienti dalla collezione personale del Palais Galliera, molte delle quali non sono mai state esposte al pubblico prima d’ora.

10. Qual è la linea guida della disposizione della mostra?
La mostra ha abbandonato una cronologia in favore di un movimento più poetico dal buio alla luce, utilizzando la luce come filo conduttore.

Definizioni per alcuni termini chiave o gergo utilizzati nell’articolo:

– Polaroid: Una marca di fotocamere istantanee e delle fotografie ottenute con tali fotocamere. Le fotografie Polaroid vengono sviluppate in pochi minuti.

– Stampe al gelatino d’argento: Un tipo di stampa fotografica tradizionale che viene ottenuta da un negativo fotografico tramite una serie di processi chimici.

– Trasferimento di colori: Una tecnica utilizzata in fotografia artistica in cui i colori sono trasferiti da una superficie a un’altra, creando un effetto unico.

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