Deborah Turbeville, un nome che forse non risuona come quello di Helmut Newton o Guy Bourdin, ma il suo lavoro ha lasciato un’impronta permanente nel mondo della fotografia. Fin dagli inizi della sua carriera negli anni ’70, le sue immagini nebbiose, talvolta sfocate e monocromatiche, hanno sfidato i confini della fotografia di moda. Ha ritratto modelle dalla bellezza non convenzionale in luoghi desolati e decadenti. Eppure, le sue foto sono apparse su riviste come Vogue America e Harper’s Bazaar, oltre ad aver lavorato con clienti come Comme des Garçons.

A dieci anni dalla sua morte, una selezione dell’opera di Turbeville è esposta a Losanna, in Svizzera, nella mostra “Photocollage” presso Photo Elysée. Questa nuova mostra include non solo i suoi editoriali di moda, ma anche i suoi fotomontaggi sperimentali.

Turbeville una volta disse al New Yorker nel 2011: “Non sono davvero una fotografa di moda. La moda si prende più sul serio di quanto faccia io.” Questa frase contiene una verità ed è interessante esplorarla. Nathalie Herschdorfer, curatrice di “Photocollage” e direttrice di Photo Elysée, ha sottolineato quanto l’iconografia sovversiva di Turbeville andasse contro il cliché di fantasia venduto dalle riviste di moda, soprattutto considerando che le pubblicazioni vivono di entrate e della forza e bellezza delle immagini presenti.

Turbeville tendeva a focalizzarsi su ciò che era abbandonato. In una delle sue immagini più famose per Vogue America nel 1975, conosciuta come la serie dei bagni pubblici, cinque donne in costumi da bagno e accappatoi posano in una doccia collettiva fatiscente che trasmette un’energia innegabilmente poco glamour, evocando “l’atmosfera sinistra di un campo di concentramento o il terrore vuoto di una letargia indotta da droga,” come scrisse Nancy Hall-Duncan nel Berg Companion to Fashion.

Alcune di queste foto di moda sono diventate la base per i suoi collage fatti a mano. La collezione MUUS ha dato a Herschdorfer completo accesso all’archivio di Turbeville: contatti, polaroid, quaderni e negativi che hanno permesso di approfondire l’aspetto artistico di Turbeville in “Photocollage.”

Herschdorfer crede che ci fosse un metodo nella creatività folle di Turbeville. Anche se i suoi collage non si possono inserire in un preciso genere artistico esistente, la comparazione più vicina potrebbe essere con la rappresentazione cinematografica. “Paragonerei il suo lavoro a quello di un regista. Tornava alle immagini esistenti. Talvolta scattava per un marchio o una rivista, ma contemporaneamente produceva altre immagini con gli stessi modelli,” spiega Herschdorfer. Erano immagini che non venivano mai pubblicate, e la fotografa sapeva che non sarebbero state pubblicate. Le scattava per uso personale. “Il modo in cui inquadrava era simile a quello di un regista che lavora al montaggio. In questo senso, ha usato la fotografia come uno scenario teatrale: i suoi modelli sono come personaggi teatrali-cinematografici.”

In fondo, Turbeville è stata una modella prima di diventare fotografa. Capiva il ruolo di un attore, ma anche quello di un narratore con un elevato senso visivo. Nata a Boston nel 1932, la sua carriera fotografica è iniziata a New York City all’età di 42 anni, quando le sue immagini sono apparse su Vogue nel 1975. Una delle poche donne che lavorava nella fotografia di moda all’inizio della sua carriera, ha evitato di “vendere” la moda in foto in cui l’obiettivo e le luci si concentravano sugli abiti e gli accessori. Al contrario, Turbeville ha ancorato le sue immagini intorno a una narrazione che evocava atmosfere drammatiche e sentimenti, scattando con la pellicola, un processo molto più lento rispetto alle tecnologie odierna. E nonostante gli anni passati, i collage unici e la fotografia di moda di Turbeville resistono ancora oggi.

Herschfelder contestualizza il duraturo fascino di Turbeville: “Viviamo in un’epoca in cui tutto è sulle nostre schermate, con belle immagini che guardiamo rapidamente sui nostri dispositivi. Quando ho mostrato il lavoro di Turbeville alle generazioni più giovani, l’hanno amato. Ne erano affascinate perché è un oggetto fisico, unico e non può essere riprodotto. Quando ha realizzato i collage, non era affatto di moda. Oggi, penso sia il momento giusto per mostrare il suo lavoro.”

“Photocollage” è in mostra presso Photo Elysée, Losanna, Svizzera, fino al 25 febbraio 2024.

Domande frequenti (FAQ) sulla mostra “Photocollage” di Deborah Turbeville a Losanna:

1. Chi è Deborah Turbeville?
Deborah Turbeville è stata una fotografa di moda che ha lasciato un’impronta permanente nel mondo della fotografia negli anni ’70. Il suo lavoro ha sfidato i confini della fotografia di moda con immagini nebbiose, monocromatiche e spesso sfocate. Ha lavorato con riviste come Vogue America e Harper’s Bazaar e clienti come Comme des Garçons.

2. Dove si tiene la mostra “Photocollage”?
La mostra “Photocollage” di Deborah Turbeville si tiene a Losanna, in Svizzera, presso Photo Elysée.

3. Cosa include la mostra “Photocollage”?
La mostra include non solo gli editoriali di moda di Turbeville, ma anche i suoi fotomontaggi sperimentali.

4. Qual è l’approccio artistico di Turbeville?
Turbeville ha focalizzato la sua fotografia su ciò che era abbandonato e ha ritratto modelle dalla bellezza non convenzionale in luoghi desolati e decadenti. Le sue immagini trasmettono atmosfere drammatiche e sentimenti, sfidando il cliché di fantasia venduto dalle riviste di moda.

5. Qual è la comparazione più vicina al lavoro di Turbeville?
La comparazione più vicina potrebbe essere con la rappresentazione cinematografica. La fotografa tornava alle immagini esistenti, scattava per un marchio o una rivista, ma produceva anche altre immagini con gli stessi modelli che non venivano mai pubblicate. Il suo modo di inquadrare era simile a quello di un regista che lavora al montaggio.

6. Qual è il contesto della mostra “Photocollage”?
Nathalie Herschdorfer, curatrice della mostra, sottolinea che viviamo in un’epoca in cui siamo bombardati da immagini sulle nostre schermate. Il lavoro di Turbeville, unico e non riproducibile, affascina soprattutto le generazioni più giovani che apprezzano l’oggetto fisico. Herschdorfer ritiene che sia il momento giusto per mostrare il lavoro di Turbeville.

Per ulteriori informazioni sulla mostra “Photocollage” di Deborah Turbeville, visita il sito web di Photo Elysée: link.